Cara Vittoria, mi torturavo verso la fine di febbraio di non essere in grado – per varie vicen- de – di contribuire in nessun modo ad un eventuale volume in Tuo onore. Avevo cominciato, quando ritenevo di poter essere nei tempi utili a pubblica- re comunque qualcosa a Te dedicato a rabberciare un lavoretto che conteneva notizie su una prima perduta traduzione italiana di Lucrezio fatta da Ales- sandro de’ Pazzi verso il 1515…..
